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5 tonalità di GranPiemonte: Tricolore

04/10/2022

Nel 2017 il GranPiemonte si è trasformato una volta di più.

Quell’anno, infatti, si è deciso che sarebbe stato valido anche per il Campionato Nazionale, e la posta in gioco è raddoppiata.

Quell’anno, oltre alla Classica di per sé, c’era in palio anche la prestigiosissima  maglia tricolore.

Per l’occasione era stato disegnato un tracciato molto impegnativo che prevedeva una salita, invero piuttosto pedalabile, nella prima parte di gara e poi il gran finale con l’ascesa de la Serra di Ivrea da ripetere quattro volte.

La Serra di Ivrea è la più grande collina morenica di tutta Europa, emerge sulla pianura padana come una lunga collina rettilinea e da lontano appare come un vero e proprio muro, perfettamente lineare nella sommità e lungo più di venticinque chilometri.

Al via della gara erano presenti solo atleti italiani, eppure la qualità della start list non ne ha risentito, anzi.

Alla partenza erano schierati corridori del calibro di Diego Ulissi, Gianni Moscon, Vincenzo Nibali, Giulio Ciccone, Damiano Caruso, Fabio Aru, Matteo Trentin e Sonny Colbrelli.

La corsa, come da copione, si è accesa nel selettivo circuito di Ivrea, e precisamente nell’ultima ascesa verso la Serra.

Ancora più precisamente a due chilometri e mezzo dalla vetta, quando in testa al gruppetto dei migliori stava facendo il ritmo Dario Cataldo, portacolori dell’Astana Pro Team.

Dietro di lui il suo capitano, Fabio Aru, era pronto a scatenarsi.

Un attimo dopo infatti lo scalatore sardo è uscito dalla sua scia del compagno, con uno scatto che in un momento ha sgretolato il gruppetto.

Solo Moscon e Caruso hanno tentato un primo inseguimento, dovendo però poi cedere e farsi riassorbire dagli altri inseguitori.

Aru ha continuato a guadagnare approfittando delle dure pendenze della parte finale della salita, e allo scollinamento aveva  35 secondi di vantaggio.

Da lì ad Ivrea mancavano dodici chilometri, sei di discesa e sei di pianura, terreni che solitamente non sono i più favorevoli per lui, ma non quel giorno.

Quel giorno il Cavaliere dei Quattro Mori era in stato di grazia e dopo aver controllato in discesa, nel tratto in pianura, invece che perdere, ha guadagnato.

Ha continuato la sua azione – che a  quel punto pareva essere per gli altri qualcosa di lontano e inespugnabile, come il profilo della Serra –  fino a tagliare il traguardo di Ivrea solitario, con ancora 40 secondi di margine sugli immediati inseguitori.

Festeggiando con le braccia al cielo quella doppia, straordinaria vittoria: la conquista del GranPiemonte e della maglia tricolore di Campione Italiano.

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