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5 tonalità di GranPiemonte: Classica pura

16/09/2022

Il GranPiemonte, fino al 2008 “Giro del Piemonte”, si corre dal 1906, e in centocinque edizioni il suo percorso è variato molte volte, accogliendo sotto lo striscione d’arrivo ogni tipo di corridore: dai velocisti agli uomini da classiche, fino agli scalatori puri.

A partire da oggi racconteremo in cinque articoli cinque diversi percorsi, e altrettanti vincitori, delle ultime edizioni di questa gara, che cambia sempre forma rimanendo ogni volta una delle corse più emozionanti di fine stagione.

Iniziamo questo breve viaggio dal GranPiemonte 2020, che si corse interamente in provincia di Cuneo, da Santo Stefano Belbo a Barolo.

Quell’anno il tracciato prevedeva 187 km praticamente orfani di pianura, 187 km zeppi fin dalla partenza di salite, muri, strappi, che rendevano l’altimetria affilata come i denti di un pescecane.

Un tracciato da classica pura, nell’incantevole paesaggio delle Langhe.

Anche il parterre degli iscritti era denso e affilato di qualità: Mathieu van der Poel grande favorito, ma assieme a lui erano presenti anche corridori del calibro di Vincenzo Nibali, Diego Ulissi, Aleksandr Vlasov, Alex Aranburu, Gianni Moscon, Giulio Ciccone, Davide Ballerini, solo per citarne alcuni.

La corsa si è decisa sulla penultima salita di giornata, sullo strappo che portava i corridori verso lo splendido paesino di La Morra, incastonato fra i filari di Nebbiolo, verdissimi in quell’edizione corsa a metà Agosto.

Ad aprire le ostilità è stato Nibali che, lavorando per Ciccone, ha sgranato il plotone fino a ridurlo a un grappolo di atleti. Ma proprio mentre lo Squalo si stava impegnando nell’ultimo sforzo da dietro è partito George Bennett, seguito solo da Moscon.

Lungo le ultime centinaia di metri dello strappo il neozelandese si è liberato anche dalla compagnia del corridore della Val di Non, e ha scollinato da solo – accompagnato solo dal verde smeraldo dei prati e dei vitigni, resi ancora più brillanti dalla pioggia che intanto era iniziata a cadere.

Lungo la discesa si è formato un gruppetto di una decina di inseguitori, che hanno rosicchiato metri fino ad arrivare all’inizio della rampa finale verso il centro di Barolo con solo una manciata di secondi di svantaggio dal fuggitivo.

Pochi secondi, ma che alla fine sarebbero comunque risultati troppi.

Come nulla è valso lo sprint rabbioso di Ulissi, scattato ai 300 metri, che arriverà con lo stesso tempo di Bennett finendo però, irrimediabilmente, secondo.

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