altimetria
planimetria
info tecniche
107a edizione della corsa lungo un tracciato sostanzialmente pianeggiante dalla partenza di Borgofranco d’Ivrea fino a poco dopo il passaggio sulla linea d’arrivo di Favria dove inizia un circuito di 74 km. Dopo Castellamonte la corsa presenta una serie ininterrotta di salite e discese. Si scalano Colleretto Castelnuovo, salita di circa 7 km al 3.4%. Breve discesa e salita di Faiollo (5.1 km al 5.4%). Discesa su Pont Canavese e dopo il ponte sul Torrente Orco si scala la salita più dura della corsa: Alpette con circa 5 km al 9% e pendenze nella prima parte che arrivano al 17% su una strada mediamente stretta. Discesa veloce fino a Cuorgnè dove inizia l’ultima salita di Pratiglione (4.4 km al 3.4%) per poi scollinare definitivamente a 13 km dall’arrivo.
Ultimi km
Ultimi 5 km praticamente pianeggianti su strade di media larghezza con la presenza di diversi ostacoli del traffico (rotatorie, spartitraffico…) e arredo urbano. Rettilineo finale di 200 m, ampio (largh. 7 m) su asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Borgofranco d'Ivrea
Panoramica
Borgofranco d’Ivrea, piccolo borgo agricolo del Piemonte, sorto verso la fine del 1200 per volontà del vescovo di Ivrea e del Marchese del Monferrato per costituire un avamposto in una zona contesa (borgo-franco) , nel corso dei secoli e con alterne vicende si è trasformato nell’attuale complesso abitato posto alla confluenza di un importante nodo stradale che collega Piemonte, Biellese, Valle d’Aosta e da lì Francia e Svizzera e sulla direttrice ferroviaria Torino-Aosta.
Anticamente da Borgofranco passavano i pellegrini che dall’Inghilterra (Canterbury) e dalla Francia partivano per raggiungere Roma percorrendo la Via Francigena. Percorso ancora attuale e molto utilizzato dal turismo lento – sostenibile.
Un territorio attraversato dal fiume Dora Baltea (affluente del Po) dove sono ancora evidenti i segni lasciati da una storia ad economia agro-pastorale: dall’antico Ricetto, quasi intatto, con la regolarità delle sue vie e l’architettura tipicamente rurale delle abitazioni composte da due o tre piani con grandi logge ad archi ed ampie “travà” per deposito fieno e sottostanti stalle, alle frazioni sparse all’intorno, ognuna con la sua chiesa spesso molto antica e un bel campanile romanico in frazione San Germano.
Ciò che distingue Borgofranco dagli altri paesi del Canavese è lo straordinario complesso dei Balmetti, architetture spontanee nate sulla base di cantine che sfruttano correnti d’aria (“ora”) a temperatura costante provenienti da cavità naturali e prodotte da eventi geo-naturali particolarissimi(paleofrana). Uno straordinario territorio caratterizzato dal fascino di un borgo antico e dalla tranquilla bellezza di un paesaggio variegato fatto di morbide colline dove natura, arte e cultura rendono interessante una visita.
Una località che apre timidamente le sue porte offrendo ospitalità e accoglienza ai turisti costantemente alla ricerca delle eccellenze. A piedi o in bicicletta è possibile percorrere la Via Francigena che attraversando il territorio comunale propone un interessante percorso potendo così ammirare i vigneti terrazzati, il complesso dei Balmetti con l’ex birrificio De Giacomi, l’antico Ricetto e il seicentesco Palazzo Marini.
Il territorio ha mantenuto nel tempo la coltivazione dei prodotti agricoli locali tramandando nel tempo le specialità eno-gastronomiche (piatti poveri della cucina contadina) : il salame, il lardo, la mocetta, il formaggio invecchiato nei Balmetti , il buon vino e i dolci tipici (canestrelli), questi ultimi consumati della Corona Inglese.
Gastronomia
Il Comune di Borgofranco d’Ivrea creando il marchio De.C.O. ha puntato sulla valorizzazione dei prodotti locali e da ciò deriva uno stretto e profondo rapporto tra i produttori e il territorio.
Tutto questo deve tenere conto degli elementi di specificità dei prodotti tipici e in particolare:
- il legame del prodotto tipico con il territorio e l’importanza delle risorse specifiche del territorio nel processo produttivo del prodotto tipico;
- il carattere collettivo derivante dal coinvolgimento di una pluralità di produttori tra loro;
- il legame con la comunità locale: la valenza del prodotto tipico spesso va al di là delle imprese che lo commercializzano, e interessa in generale la società e la popolazione locale.
Il dolce tipico e più conosciuto è il canestrello.
Canestrelli di Borgofranco d’Ivrea
Il Canestrello risale all’epoca medievale, infatti durante le feste si preparavano le Nebule, dolci a base di farina e burro, questi servivano per pagare le rappresentazioni attori-chierici e gli organizzatori dei giochi. A Borgofranco i canestrelli vengono prodotti ed esportati all’estero, soprattutto giungono a tavola della Regina Elisabetta d’Inghilterra che continua ad esserne un’estimatrice. Dopo la scoperta delle Americhe e l’importazione del cacao in Piemonte (1650) fu introdotto questo nuovo ingrediente, caratterizzando così i Canestrelli di Borgofranco D’Ivrea. Un tempo le piastre, che servono per dare lo stampo e la forma tipica, venivano scaldate sul fuoco, ora vengono scaldate elettricamente. Queste cialde, variamente aromatizzate al limone, alla vaniglia e al cacao, conservano tuttora la loro antica forma tradizionale: croccanti, sottilissimi e impressi con stemmi di famiglia sono le caratteristiche che contraddistinguono quelli di Borgofranco d’Ivrea.
Favria
Panoramica
Centro di pianura, di origine antica; basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da una modesta attività industriale. Il territorio, fertile e produttivo, presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche appena accennate.
L’etimologia del toponimo, secondo gli studiosi, è da ricercare nella forma latina FABRICA, la cui attestazione più antica, risale all’anno 1110.
Nel XII secolo la giurisdizione del feudo fu concessa ai conti del Canavese da Enrico V. In seguito, l’imperatore Federico Barbarossa, divenutone proprietario, ne affidò il governo ai marchesi di Monferrato. Tra le testimonianze storico-architettoniche del suo passato citiamo: il castello costruito nel XIII secolo, circondato da un giardino che custodisce alberi ultracentenari; la parrocchiale dei Santi Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, costruita nel XVIII secolo in stile barocco-rococò; la chiesa di San Michele di origine medievale, accanto alla quale si erge una pregevole torre campanaria in stile romanico, e la chiesa di Pietro Vecchio affiancata da un campanile in stile romanico.
L’agricoltura produce cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta. Parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini numerosi i maneggi di cavalli. L’industria è costituita da aziende di produzione metalmeccanica e chimica. Il terziario si compone oltre che di una buona rete commerciale anche dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e le assicurazioni. Per il sociale, lo sport e il tempo libero non mancano le strutture dislocate all’interno del concentrico e gestite da varie associazioni molto frequentati i parchi comunali. Le scuole offrono un polo scolastico ben sviluppato e molto frequentato che va dalla materna fino alla scuola secondaria di primo grado. Per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione.
Manifestazioni la storica fiera di Sant’Isidoro giunta alla sua 45° edizione con la consueta fiera agricola e il “confronto tra Reines”, a fine marzo e la Festa patronale dei Patroni, Santi Pietro e Paolo, si festeggia il 29 giugno con il grande Luna Park e i sempre apprezzati fuochi d’artificio.