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Il trionfo dei Campionati Italiani

26/06/2017

Fabio Aru Tricolore con la maglia di Scarponi

Fabio Aru Tricolore con la maglia di Scarponi

Il campione sardo vince in solitaria sul traguardo di Ivrea e confessa di aver corso con la maglia dell’amico scomparso. Ulissi e Nocentini completano il podio. Longo Borghini centra il bis tra le donne élite dopo aver vinto il titolo a cronometro. Doppietta Tricolore anche per Paternoster tra le juniores.

Con un attacco decisivo sulla salita La Serra, nell’ultimo giro del circuito di Ivrea, Fabio Aru (Astana Pro Team) ha vinto la prova in linea da Asti ad Ivrea (Gran Piemonte, 236 km) laureandosi Campione italiano. Dopo aver scollinato con 30 secondi di vantaggio sui più diretti inseguitori, il corridore sardo ha mantenuto il vantaggio in discesa e nel tratto finale in pianura. Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e Rinaldo Nocentini (Club-Sporting/Tavira) completano il podio.

 

 

Le dichiarazioni del vincitore

Il campione italiano in linea Fabio Aru ha dichiarato: ”Era un percorso che inizialmente poteva sembrare facile ma la salita era veramente dura. Io l’ho presa subito a tutta perché volevo arrivare in cima con più vantaggio possibile. Volevo provarci, adesso sono veramente felicissimo. La concorrenza era tanto alta con Moscon, Caruso, Ulissi – il mio amico Diego – e tanti altri che sono molto in forma. Sono partito con grande rispetto nei loro confronti. Vincere un [campionato] italiano era un sogno per me. Avevo fatto secondo negli Under 23. Martedì scorso sono venuto a provare il percorso con Paolo [Tiralongo]. Da quando ho visto questa salita, ho iniziato a pensarci veramente. In fuga da solo sono stato aggiornato chilometro dopo chilometro. Quando ho sentito quaranta secondi, ero incredulo. Ho pensato che andavo veramente forte. Guardavo la velocità, andavo sempre a 50 o 52 km/h. Vincere oggi è un’immensa soddisfazione. In Sierra Nevada quando eravamo in allenamento, io e Michele Scarponi ci siamo scambiati una maglia perché io avevo l’XS e volevo provare la S e lui mi ha dato una sua maglia. Da quando sono tornato a correre, corro con la maglia di Michele. Non l’ho mai detto a nessuno. La prima vittoria la volevo regalare a sua moglie Anna e ai bimbi Giacomo e Tommaso. Eccola.”

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