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Il Gran Piemonte raccontato in 5 campioni: Gianni Bugno

27/09/2021

“Non ero forte in salita, non ero forte in volata, non ero forte neppure a cronometro. Mi arrangiavo un po’ dappertutto. Di certo non ero capace di andare in bici. Cercavo solo di fare quello che fanno tutti: restare il più possibile in equilibrio per non cadere.”

Parla così di sé stesso Gianni Bugno, nella sua autobiografia uscita di recente.

Nonostante la proverbiale umiltà, Bugno fu un campione di livello assoluto, capace di vincere in carriera un Giro d’Italia, una Milano-Sanremo, un Giro delle Fiandre, quattro tappe al Tour, una Milano-Torino e la storica doppietta al Campionato del Mondo del 1991 e 1992.

Per questo ci pareva giusto terminare con lui questo viaggio nella storia del GranPiemonte, per ricordare ancora una volta come questa corsa abbia accolto sul suo traguardo corridori di grandissima caratura, dalla prima edizione del 1906 fino ai giorni nostri.

Perché sì, mancava una cosa nel palmarès di Gianni Bugno appena citato: il Giro del Piemonte del 1986.

Dunque, allora, 1986.

Bugno è passato professionista nel settembre precedente con la Atala, e già a marzo si mette in evidenza vincendo il Giro del Friuli. A maggio partecipa per la prima volta al Giro d’Italia finendo 41° in classifica generale.
Poi a giugno fa suo il Giro dell’Appennino, battendo in una volata ristretta nientemeno che Francesco Moser, agli ultimi anni di carriera.

Arriva così al 16 ottobre, quando debutta al Giro del Piemonte.

Quell’edizione si corre su un percorso di 206 km con partenza e arrivo a Novara. Dunque, un finale in pianura, dunque con uno sprint se nessuno fosse riuscito prima a fare la differenza. Memore del successo all’Appennino Bugno tiene duro e resta nel gruppo dei migliori, sapendo di potersi giocare la vittoria nel finale.

E va proprio così.

Sul rettilineo conclusivo riesce a staccare il francese Bernard di una bicicletta e Grimani di mezza ruota, conquistando il suo primo (ed unico) Giro del Piemonte.

Poi verranno le grandi imprese citate all’inizio, verranno gli allori iridati, le Classiche Monumento e tanto altro. Ma è bello ricordare come uno dei primi squilli di questo campione umile sia stato proprio qui, alla corsa che oggi conosciamo come GranPiemonte.

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